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Unità Smaltimento Moduli

[art. 27, co. 2, lettera b) del D.lgs. 31/2010]

L’Unità di Smaltimento Moduli (USM) è la struttura di smaltimento dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività, progettata per isolare i rifiuti dall’ambiente per circa 300 anni, fino al loro decadimento a un livello tale da non generare impatti per la salute dell'uomo e per l’ambiente.
 
L’USM è costituita da 90 celle, strutture speciali in calcestruzzo armato (terza barriera) nelle quali sono stati inseriti i moduli (seconda barriera) contenenti i rifiuti radioattivi già condizionati, i manufatti (prima barriera).
A queste tre barriere si aggiunge la protezione di una copertura multistrato (quarta barriera) e quella costituita dalle caratteristiche geomorfologiche del sito (barriera naturale).
 
Il sistema multibarriera è una soluzione ingegneristica già consolidata in altri Paesi perché garantisce la massima sicurezza attraverso il confinamento della radioattività anche nel caso estremo di indebolimento di una barriera.
barriere-ingegneristiche-di-protezione-del-deposito-nazionale.png 
 
Le celle che costituiscono l’USM vengono riempite una dopo l’altra e, se necessario, su più file contemporaneamente.  Durante la fase di riempimento, viene utilizzato un sistema di copertura mobile che impedisce l’ingresso di acqua piovana nella cella. I moduli, provenienti dall’Impianto Confezionamento Moduli (ICM), sono trasferiti all’Unità Smaltimento Moduli attraverso un apposito vettore interno. Sono poi movimentati mediante una gru e sistemati su 5 livelli all’interno della cella. Completato il riempimento con materiale idoneo (ad esempio ghiaia, sabbia e altri materiali inerti), si procede con la sigillatura e l’impermeabilizzazione esterna della cella.  Al termine la copertura mobile e la gru a cavalletto utilizzate per il caricamento vengono trasferite alla cella successiva pronta per essere riempita.
 
Le 90 celle sono disposte su 9 file da 10 e occupano complessivamente una superficie di circa 10 ettari. Ogni cella può ospitare 240 moduli disposti su 5 livelli (6X8X5).

Ciascuna cella poggia su una fondazione in cemento armato che consentirà l’isolamento dal terreno. Sotto la fondazione sarà ospitata una galleria tecnica ispezionabile, con collettori di raccolta dell’eventuale acqua di infiltrazione, che sarà analizzata ed eventualmente trattata in appositi impianti esterni al sito.
Al termine del riempimento e della sigillatura, le celle sono ricoperte da una quarta barriera (copertura multistrato) costituita da terreno, ghiaia e materiali impermeabili, che assicurano l’isolamento dei rifiuti dall’acqua piovana nel lungo periodo, con minimi interventi di manutenzione. L’ultimo strato della copertura è costituito da terreno vegetale che produrrà un manto erboso.
 
I materiali e i processi produttivi impiegati per la realizzazione delle barriere sono qualificati per la durabilità di lungo periodo e ciò permette la protezione e la salvaguardia della popolazione e dell’ambiente per tutte le fasi di vita del Deposito.

Nota generale in merito alla Classificazione dei rifiuti radioattivi​​

Nei documenti del Progetto Preliminare si utilizza la classificazione indicata nel Decreto Legislativo n. 31 del 15 febbraio 2010. Il Decreto, nel regolare la realizzazione del Parco Tecnologico e, in particolare, del Deposito Nazionale e delle strutture tecnologiche di supporto ad esso (Titolo III - Art. 25, comma 3), fa riferimento alla classificazione dei rifiuti radioattivi allora vigente (ex Guida Tecnica n. 26 ENEA-DISP) e, al Titolo I – Art. 2, punto i), articola che “Deposito Nazionale è il deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività … e all’immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato…”. Successivamente, con Decreto Ministeriale 7 agosto 2015 “Classificazione dei rifiuti radioattivi, ai sensi dell’Art. 5 del Decreto Legislativo 4 marzo 2014 n. 45” la classificazione nazionale dei rifiuti radioattivi è stata modificata, adeguandola agli standard europei. Pertanto, allo stato attuale, riguardo al Deposito Nazionale di fattispecie, leggasi “smaltimento dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività (VLLW-Very Low Level Waste e LLW-Low Level Waste) e stoccaggio-immagazzinamento a titolo provvisorio di lunga durata dei rifiuti radioattivi a media e alta attività (ILW-Intermediate Level Waste e HLW-High Level Waste).​

Documentazione descrittiva generale    

Relazioni tecniche di progetto    

Disegni e schemi di progetto   
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