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Parco Tecnologico

​[art. 27, co. 2, lettera h) del D.lgs. 31/2010] 

Come previsto dal D.lgs. 31/2010, insieme al Deposito Nazionale sarà realizzato il Parco Tecnologico, un centro di ricerca sullo smantellamento degli impianti nucleari e sulla gestione dei rifiuti radioattivi, sulla radioprotezione e sulla salvaguardia ambientale. 

La ricerca sul decommissioning e la gestione dei rifiuti radioattivi permetterà, ad esempio, di sviluppare nuove tecnologie per ottimizzare i processi di smantellamento, migliorare la sicurezza degli operatori e minimizzare i volumi dei rifiuti che continueranno a essere prodotti nel nostro Paese. 

Saranno inoltre concordati con il territorio che ospiterà la struttura progetti di ricerca per favorire lo sviluppo economico e industriale dell’area. 

La scelta di questi ultimi sarà oggetto di dibattito durante la consultazione pubblica e terrà conto delle vocazioni dei territori che manifesterà il proprio interesse a ospitare il Deposito Nazionale. 

A seconda delle attività del Parco, si prevedono due diversi modelli di finanziamento. 

Per i progetti di ricerca e sviluppo legati alle attività di decommissioning e alla gestione dei rifiuti radioattivi si attingerà direttamente a una minima quota della componente A2RIM (ex A2) della bolletta elettrica, mentre per l’attivazione degli altri progetti si ipotizzano diverse fonti di finanziamento, sia pubbliche che private. 

Le strutture del Parco 

Le strutture previste nel progetto del Parco Tecnologico sono gli impianti dedicati alle attività connesse all’esercizio del Deposito Nazionale e i laboratori da gestire in partnership con soggetti pubblici o privati che consentiranno, insieme alle ricadute occupazionali ed economiche generate sul territorio, di massimizzare gli effetti positivi del Parco Tecnologico. 

Il Progetto preliminare del Parco Tecnologico sarà tale da permettere di ridurre l’impatto ambientale dell’infrastruttura, mediante l’utilizzo di soluzioni compatibili con l’ecosistema del territorio ospitante. 

Le esperienze simili 

La crescente importanza delle politiche di sviluppo locale ha visto, a partire dagli anni Novanta, in Italia e in altri Paesi europei, la progressiva diffusione dei parchi tecnologici. Oggi esistono circa 400 parchi tecnologici specializzati in diversi settori scientifici, diffusi in oltre 70 Paesi e che coinvolgono circa 128.000 imprese (Fonte IASP- International Association of Science Parks - dati 2014). 

Nel settore nucleare l’esempio più interessante è il Joint Research Centre (JRC), un centro di ricerca della Commissione Europea costituito da istituti scientifici con sedi in Italia (nel comune di Ispra, in provincia di Varese), Germania, Spagna, Belgio e Paesi Bassi. Il JRC fornisce un supporto indipendente nella definizione delle politiche energetiche e ambientali dell’Unione Europea e collabora con numerose organizzazioni di tutto il mondo. 

Un altro caso di interesse è il progetto spagnolo del deposito temporaneo centralizzato di lungo periodo per i rifiuti ad alta attività, Almacén Temporal Centralizado (ATC). Curato dalla Empresa Nacional de Residuos Radioactivos S.A. (ENRESA), il progetto ATC prevede un Parco tecnologico, Centro Tecnológico Asociado (CTA), in cui verranno svolte attività di ricerca e innovazione. Costituirà un polo di attrazione per visitatori e ricercatori e permetterà all’industria locale di creare occupazione e sviluppare formazione specialistica sui temi energetici. ​


Documentazione  
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