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Sistemazione generale degli impianti del Deposito

[art. 27, co. 2, lettera d) del D.lgs. 31/2010]
 
​Nel Progetto preliminare l’area dedicata al Deposito Nazionale, pari a 110 ettari, comprende le seguenti installazioni per la gestione dei rifiuti radioattivi: 

  • le strutture per lo smaltimento dei rifiuti a molto bassa e bassa attività, di tipo superficiale, caratterizzate dalla presenza di più barriere ingegneristiche e da un’ulteriore barriera naturale costituita dalla geologia del sito, riportate di seguito 
    • Impianto Confezionamento Moduli (ICM), adibito al caricamento dei manufatti all’interno dei moduli; 
    • Impianto Produzione Moduli (IPM), l’edificio per la costruzione dei contenitori (moduli) in calcestruzzo speciale dove saranno collocati i manufatti; 
    • Impianto Controllo Qualità (ICQ), l’edificio destinato alla verifica degli standard di qualità dei manufatti e alle relative analisi radiochimiche; 
    • Impianto Produzione Celle​ (IPC), l’insieme dei materiali, dei locali e dei sistemi che consentono di realizzare le celle che conterranno i moduli;
    • Unità Smaltimento Moduli (USM), l’insieme delle celle che ospiteranno i moduli contenenti i rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività per la loro sistemazione definitiva. Al termine del suo riempimento l’USM sarà protetta da una copertura multistrato, come ulteriore barriera;
    • Impianto Trattamento Rifiuti (ITR), l‘edificio preposto al trattamento e condizionamento dei rifiuti radioattivi solidi prodotti durante l’esercizio del Deposito;
  • il Complesso Stoccaggio Alta attività (CSA), un gruppo di edifici dedicato allo stoccaggio dei rifiuti a media e alta attività in attesa della disponibilità di un deposito geologico per la loro sistemazione definitiva;
  • le strutture e i servizi ausiliari, funzionali all’esercizio del Deposito.
Prima del conferimento al Deposito Nazionale, i rifiuti sono trattati e condizionati dai singoli produttori secondo opportuni processi qualificati dall’Autorità di Controllo e nel rispetto dei Criteri di Accettabilità dei Rifiuti​ (Waste Acceptance Criteria - WAC). 

Non è, infatti, previsto il trattamento dei rifiuti radioattivi in entrata, né alcun trattamento di rifiuti radioattivi liquidi prodotti dalle attività di esercizio del Deposito. Questi ultimi saranno infatti inviati a un idoneo impianto di trattamento esterno.
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Nota generale in merito alla Classificazione dei rifiuti radioattivi

Nei documenti del Progetto Preliminare si utilizza la classificazione indicata nel Decreto Legislativo n. 31 del 15 febbraio 2010. Il Decreto, nel regolare la realizzazione del Parco Tecnologico e, in particolare, del Deposito Nazionale e delle strutture tecnologiche di supporto ad esso (Titolo III - Art. 25, comma 3), fa riferimento alla classificazione dei rifiuti radioattivi allora vigente (ex Guida Tecnica n. 26 ENEA-DISP) e, al Titolo I – Art. 2, punto i), articola che “Deposito Nazionale è il deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività … e all’immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato…”. Successivamente, con Decreto Ministeriale 7 agosto 2015 “Classificazione dei rifiuti radioattivi, ai sensi dell’Art. 5 del Decreto Legislativo 4 marzo 2014 n. 45” la classificazione nazionale dei rifiuti radioattivi è stata modificata, adeguandola agli standard europei. Pertanto, allo stato attuale, riguardo al Deposito Nazionale di fattispecie, leggasi “smaltimento dei rifiuti radioattivi a molto bassa e bassa attività (VLLW-Very Low Level Waste e LLW-Low Level Waste) e stoccaggio-immagazzinamento a titolo provvisorio di lunga durata dei rifiuti radioattivi a media e alta attività (ILW-Intermediate Level Waste e HLW-High Level Waste).

Documentazione  

 
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