Come hanno localizzato i depositi gli altri Paesi europei?

 
La governance dei processi di localizzazione e realizzazione dei depositi per i rifiuti radioattivi si è profondamente modificata a partire dagli anni Ottanta. Si è progressivamente abbandonato un modello decisionale di tipo impositivo a favore di un approccio basato sulla partecipazione e condivisione delle decisioni fra Istituzioni e comunità coinvolte.

Oggi tutti i Paesi europei riconoscono, seppur in forme e limiti differenti, il diritto dei cittadini a partecipare ai processi decisionali. Le diverse modalità di coinvolgimento adottate, anche grazie al confronto in sedi internazionali come la IAEA (International Atomic Energy Agency), hanno permesso di superare le criticità registrate in passato nei processi di localizzazione dei siti idonei a ospitare i depositi di rifiuti radioattivi.

Già a partire dagli anni Novanta, infatti, il miglioramento delle relazioni fra i diversi attori interessati dalla gestione dei rifiuti radioattivi e le comunità locali ha riguardato anche quei depositi, come L’Aube in Francia ed El Cabril in Spagna, che erano già stati localizzati negli anni Ottanta, portando a un maggior coinvolgimento degli stakeholder nelle decisioni e nel controllo delle attività.

Un vero e proprio modello di governance ambientale è stato definito con la Convenzione di Åarhus sull'accesso all'informazione, la partecipazione pubblica alle decisioni e l'accesso alla giustizia in materia ambientale. La Convenzione è stata sottoscritta sotto l'egida dell'UN/-ECE (United Nations Economic Commission for Europe) nel 1998 ed è entrata in vigore nel 2001.

L'Italia ha ratificato la Convenzione con la legge n. 108 del 2001. Questo nuovo approccio ha consentito a diversi Paesi europei, nel corso degli anni 2000, di pervenire a soluzioni condivise con le comunità locali per la realizzazione dei depositi per i rifiuti radioattivi.

In Belgio, in Slovenia ​e Ungheria sono stati localizzati depositi per i rifiuti a bassa e media attività, nei primi due casi simili a quello che verrà realizzato in Italia, con meccanismi di coinvolgimento che hanno portato le comunità interessate a voler ospitare il deposito. In Spagna, a partire da una manifestazione di interesse da parte di più municipalità, è stato localizzato un deposito temporaneo centralizzato per i rifiuti a media e alta attività (ATC - Almacen Temporal Centralizado).

Il progetto spagnolo è molto simile a quello del CSA che verrà realizzato in Italia all’interno del Deposito Nazionale, per lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti a media e alta attività. Alcuni Paesi europei hanno invece già localizzato (Finlandia, Svezia) o sono in procinto di localizzare (Francia) il deposito definitivo per i rifiuti a media e alta attività, che deve essere necessariamente un deposito geologico di profondità. Anche in questi casi il percorso di localizzazione si configura come processo partecipativo: nel caso dei Paesi nordici con la delibera delle municipalità che hanno accettato il deposito; nel caso francese attraverso lo svolgimento di uno strutturato dibattito pubblico (Débat Public).

In altri Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, e Belgio si stanno compiendo importanti progressi con laboratori sperimentali per studiare il comportamento delle formazioni geologiche che ospiteranno i rifiuti.

Anche all’estero esistono metodologie come quella della CNAPI?

Il processo per individuare il sito del Deposito Nazionale si basa sull’applicazione di criteri di esclusione, per restringere progressivamente e in più fasi le aree idonee alla sua localizzazione.

Questa procedura è stata utilizzata in Slovenia, Svizzera e Canada, mentre Germania e Regno Unito stanno al momento definendo i dettagli di questa procedura. Tutti questi Paesi hanno, dunque, realizzato o realizzeranno mappe nazionali simili alla nostra CNAPI.
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